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Calerà il sipario su Ficile? Tranquilli “uccellini”, la storia si ripete

Il “bambino” viziato ha puntato di nuovo i piedi e questa volta le dimissioni non le ha solo annunciate, come ha fatto il 15 novembre 2014 ai microfoni di Radio Panorama, nel corso della trasmissione “Punto della settimana”.
Questa mattina il capo del “sistema Madonie” – “Alessandro” per gli amici, dottor Ficile (honoris causa) per coloro che non risiedono nel territorio madonita e Alessandro Ficile all’anagrafe del Comune di Polizzi Generosa e alla So.Svi.Ma. Spa – ci riprova e smaccatamente, nella speranza che inizi la processione in viale Risorgimento per convincerlo a ritornare sui propri passi.

Non ripresenterò la mia candidatura

A Radio Panorama aveva dichiarato: “Ad aprile (2015, n.d.r.) scadrà il mio mandato di presidente della Sosvima e non ripresenterò la mia candidatura”, mettendosi sull’altare del sacrificio sperava che la sua scelta avesse contribuito ad “abbassare i toni della polemica sul Distretto Turistico”. “Non ritornerò indietro sulla mia decisione”, aveva affermato.

La via di fuga

Ficile al tempo sarebbe stato conscio che il bilancio 2015 dell’Agenzia di (in)Sviluppo Madonie avrebbe registrato la terza perdita d’esercizio consecutiva e con la scusa del “tacitare qualche volenteroso”, in merito alle irregolarità che hanno caratterizzato il percorso costitutivo del Consorzio Turistico Cefalù-Madonie Himera, trovò una via di fuga.
Il dott. Ficile non avrebbe potuto far parte del CdA che sarebbe stato rinnovato l’anno successivo (aprile 2015), la norma era chiara e almeno questa non poteva essere elusa.

Penna rossa

Tuttavia la fantasiosa interpretazione di una miracolosa norma, sopravvenuta il 6 novembre 2014 a riguardo la “Rimodulazione degli incentivi per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili”, mise nelle mani di “Alessandro” e dei suoi revisori dei conti (oltre vent’anni di controllo di gestione consecutivo affidato agli stessi professionisti) la penna rossa e voilà, la terza perdita consecutiva venne taroccata e le dimissioni rientrarono.

Facciamo chiarezza, per gli “uccellini”

Sia chiaro, Ficile oggi non si è dimesso da Amministratore Unico della  So.Svi.Ma. Spa, quella carica onerosa per la comunità madonita (oltre 70 mila euro l’anno di indennità) non si tocca, salterebbe il “sistema” e i benefit di coloro che aspettano in viale Risorgimento con il becco aperto.
Il dottor Ficile di è dimesso da direttore tecnico di un ente nullo, ovvero dalla c.d. “unione comune madonie”, costituita su “imposizione” dello stesso e in palese violazione dell’articolo 41 della Legge regionale 15/2015 (clicca QUI per leggere la ricostruzione dei fatti inviata al procuratore Cartosio).

L’ingerenza dei tecnici

Il culmine dell’ingerenza dei tecnici sulla politica. Immaginate il dirigente dell’Ufficio tecnico di un Comune che si dimette dopo che il presidente del Consiglio Comunale costata la mancanza di numero legale e lo stesso non può rappresentare al Consiglio i particolari di un progetto redatto dal suo team.

Ficile non ci sta

“Alessandro” lamenta ai primi cittadini, in rappresentanza dei 26 Comuni soci dell’impostura (titanica) dell’assenza ingiustificata di 33 consiglieri – su 78 eletti dai rispettivi Civici consessi – al consiglio dell’unione di ieri, convocato in presenza digitale. Avete letto bene, 78 “deputati”, contro i 70 dell’ARS in rappresentanza di 4.814.016 residenti in Sicilia al 1 gennaio 2023.

Il sogno infranto (?)

Mancanza di numero legale e sogni infranti (di Ficile, al momento) di potere “ottenere il riconoscimento di Organismo Intermedio (da parte della Regione Siciliana, n.d.r.) e poter non solo pianificare, come è stato già fatto, ma anche realizzare con modalità nuove ed autonome e soprattutto in tempo utile, gli interventi inseriti nel Documento di Strategia”.
Insomma le auspicate e curiose modifiche allo Statuto della “cosa”, dirimenti (anche) per il proseguo del percorso di riconoscimento di “Organismo Intermedio” non sono state apportate, i tempi sono cambiati e gli Statuti in questa era si modificano alla luce del sole. L’era del taroccamento dello Statuto del consorzio turistico è lontana.

Dimissioni a metà

Tuttavia si tratterebbe di dimissioni a metà in quanto “Alessandro” sarebbe “Orientato da quel senso di responsabilità”, di cui si dichiara portatore sano, insomma assicurerà “il necessario passaggio di consegne al fine di non pregiudicare quanto avviato e/o in corso”.
Ci sarebbe da non disperare in quanto il presidente (almeno così scrive) non farebbe “mai mancare, se e quando richiestomi”, magari a gettone, il suo apporto “nel percorso di attuazione della Snai Madonie 2021-2027”. Anche perché i proventi da questa “direzione”, assegnati fino adesso alla So.Svi.Ma. Spa e non direttamente al suo presidente, potrebbero servire per coprire buchi nel bilancio generati dall’affaire fotovoltaico.

Le Madonie sarebbero salve

Le Madonie sarebbero salve e il messaggio agli “uccellini” è chiaro. La combinazione della cassaforte la conosce “Alessandro” quindi rimangano tutti con il becco aperto, almeno per la programmazione 2021-2027.
L’era Ficile non è ancora terminata. All’ingresso degli Uffici di viale Risorgimento continuerà ad esserci l’emblema del cinghiale bianco, sopravvissuto alle firme false, agli Statuti e ai bilanci taroccati, all’acquisto di quote di società private, con bilanci non sostenibili; a riservate amministrative inviate al Prefetto di Palermo che auspicavano il cambio di guardia ai vertici dell’Agenzia con “soggetti scevri da qualunque controindicazione”…

Ci sarebbe tanto da chiarire

Diciamola tutta, Ficile prima di andarsene avrebbe tanto da chiarire e il punto non è la “gestione diretta, veloce e autonoma di svariati milioni di euro”, attraverso il riconoscimento di Organismo Intermedio della “cosa” e la consolidata filosofia del “fine giustifica i mezzi”.
Negli ultimi 5 lustri il fare da “Divino Otelma” non ha portato reali risultati di sviluppo e occupazione. Solo i pochi accoliti ne hanno tratto vantaggio reale e diretto.

La questione è politico-istituzionale

Invero in queste ore la questione sarebbe un’altra ed è tutta politico-istituzionale. Quanti consiglieri della “cosa”, che prima ancora rappresentano dei legittimi Civici consessi comunali, saranno disponibili ad accettare i toni ricattatori del dottor Ficile? O si fa come dico io oppure me ne vado, condizione che porrà per tornare a occupare il trono del “Divino”.
Oppure, come al tempo di Radio Panorama, c’è dell’altro e questa volta insormontabile?