ROMA (ITALPRESS) – Un’impresa su tre ha in programma di assumere lavoratori stranieri extra Ue entro il 2026 o lo ha già fatto tra il 2021 e il 2023. A spingere gli imprenditori a rivolgersi all’estero per soddisfare il proprio fabbisogno occupazionale è principalmente la mancanza di lavoratori italiani, segnalata dal 73,5% delle imprese. È quanto emerge dall’indagine di Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne su un campione di 4.500 imprese manifatturiere e dei servizi con addetti compresi tra 5 e 499. Più imprese manifatturiere, più hitech, più grandi: è questo l’identikit delle realtà che mostrano una maggiore propensione ad assumere lavoratori extra europei. Il 37,2% delle imprese industriali ha pianificato di farlo entro il 2026 o lo ha fatto tra il 2021 e il 2023. E se nel manifatturiero, il 40,2% delle imprese che ricorre al mercato del lavoro al di fuori dell’UE appartiene ai settori ad alta tecnologia, nei servizi oltre il 36 opera nei settori a bassa intensità tecnologica. Sono soprattutto le imprese del Nord Est a ricorrere a lavoratori stranieri per fare fronte ai loro piani di assunzione. A trainare sono soprattutto Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Meno dinamica è la domanda proveniente dal Mezzogiorno, solo il 28,6% delle aziende imprese meridionali ha in programma l’assunzione di lavoratori non europei.
gsl