Autonomia differenziata. Il rischio che il nord “fermi il gioco” e scappi con il super santos

Sulla autonomia differenziata, in discussione in queste ore al Senato, è intervenuta anche Annalisa Tardino, eurodeputata della Lega.
“Per noi – scrive l’alter ego di Salvini in Sicilia – si tratta di una riforma necessaria per garantire finalmente gli stessi diritti ai cittadini, a prescindere dalla Regione di provenienza. Ciò sarà garantito tramite la definizione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, che godranno di specifici meccanismi di monitoraggio (spesa storica? N.d.R.), con riferimento all’effettiva garanzia in ciascuna Regione dell’erogazione dei LEP, nonché la possibilità di aumentare le risorse finanziarie allo stesso fine”.

I difensori dello status quo

Tardino stigmatizza la posizione dei “difensori dello status quo”, che, secondo la deputata, sarebbero “gli stessi politici che hanno per decenni mortificato il mezzogiorno, relegando i cittadini siciliani e del sud a cittadini di serie B”.
L’eurodeputata si dichiara, in verità assolvendo anche la sua parte politica, “convinta della necessità di tale riforma, che punta a mettere fine a decenni di incapacità e compromessi a danno dei cittadini e della qualità dei servizi, nel pieno rispetto dei principi di uguaglianza e insularità”.

Livelli Essenziali di Carità

Tuttavia si guarderebbe bene dal parlare dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), quindi delle mobilità passiva sanitaria verso le Regioni del nord, in particolare verso la Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, care a Salvini.
Secondo la Fondazione GIMBE, presieduta dal siciliano Nino Cartabellotta, nel 2021 la mobilità passiva alla Regione Siciliana è costata € 177.443.558.
L’onorevole Tardino dovrebbe sapere che ai siciliani è stata negata la possibilità di costruire un ospedale iper attrezzato ogni due anni, a favore della sanità pubblica e privata delle Regioni del nord.
Nel caso della sanità, che andrebbe riportata ai fasti del passato, ovvero alle dirette dipendenze del civico 1 di Lungotevere Ripa, abbiamo motivo di ritenere che il “Calderoli” per i restanti siciliani ha previsto il potenziamento dei LEC (Livelli Essenziali di Carità) a cui siamo stati costretti. Un po’ come l’asino, abituato dal padrone a non mangiare!

Per Bacco!

In ultimo la dichiarazione bomba: “Da Regione autonomista per Statuto, non possiamo che essere a favore della riforma”.
Perbacco! La Regione Siciliana è in autonomia differenziata dal 15 maggio 1946, la Tardino dovrebbe saperlo. Dovrebbe sapere, altresì, che lo Stato, nel nome della leale collaborazione, non ha mai permesso di attuarla pienamente, violando i dettati costituzionali con la complicità degli inquilini del Quirinale.
Non cimentiamoci in discussioni da teologi medievali, fino ad oggi hanno fatto comodo a chi ha approfittato della secolare incapacità di reagire del popolo siciliano, “vittima della sua classe dirigente”.
Come si fa a non condividere l’affermazione del professore Sabino Cassese.

Diritti di residenza

Tuttavia alla solerte Tardino, che giustamente difende la posizione della Lega e del “suo” Calderoli (che non sta facendo altro che attuare una riforma voluta dai governi di centro sinistra, dobbiamo dirci anche questo), bisogna chiedere, da siciliana e da commissario di un partito che è riuscito a fare il nido anche in Sicilia, dove si trovava – in uno al suo partito, di ieri e di oggi – quando al popolo siciliano venivano (e vengono) negati i diritti di residenza, garantiti dalla Costituzione e dalle Leggi.
Non c’è da meravigliarsi che la Lega abbia convinto la “clientela” di alcuni deputati regionali, in fin dei conti uno dei più convinti meridionalisti italiani, Pasquale Saraceno, è nato in Valtellina.

Conoscere per argomentare

Orbene, Annalisa Tardino è a conoscenza della Delibera di Giunta regionale n° 197/2018, dirimente per affrontare il tema dell’autonomia differenziata e per stigmatizzare, eventualmente, il percorso condiviso dal Governo regionale?
Essere “a favore della riforma”, ovviamente, significa avere contezza del contenuto della Delibera di Giunta Regionale  n° 204 del 10 agosto 2015, i cui effetti penalizzano pesantemente la Sicilia, quindi delle determinazioni (per quanto ci riguarda un clamoroso tradimento) della  Commissione Paritetica che in 170 minuti cambiò le sorti del popolo siciliano, nelle giornate del 25 maggio 2016 e 28 luglio 2017.
Queste scelte, oltre a picconare incostituzionalmente lo Statuto autonomistico, continuano a privare la Regione Siciliana di svariati miliardi di euro ogni anno.
L’eurodeputata dirà che al tempo era impegnata a conseguire i Master di specializzazione tra Roma e Milano, tuttavia, conoscere la storia permette di operare al meglio per difendere il popolo che si rappresenta.

Legge per il Sud

Lo stesso popolo a cui, entriamo nel vivo del mandato parlamentare della Tardino, è negata la clausola del 34% (Decreto Legge n. 243/2016 e s.m.i nella legge n. 18/2017), ovvero la percentuale delle risorse ordinarie (per gli investimenti) che lo Stato dovrebbe destinare alle Regioni del Mezzogiorno, in proporzione alla popolazione residente. Per la Sicilia sono miliardi di euro ogni anno, che non introita.

36,37, 38… Diamo i numeri

A proposito di Statuto autonomistico, sbandierato per difendere gli equilibri della maggioranza parlamentare (Autonomia differenziata in cambio dell’elezione diretta del premier?), perché la Tardino e il partito che rappresenta non proferisce parola sull’applicazione dello Statuto autonomistico e sul riconoscimento del maturato, regolamentato dagli articoli 36 e 37 della Carta costituzionale siciliana?
Vogliamo parlare anche dell’articolo 38?
Si tratta (sommando il valore degli articoli 36, 37 e 38) di un ammanco di oltre 20 miliardi di euro l’anno (dal 2003 al 2014, solo di Irpef, alla Regione Siciliana sono stati negati 30.538 mld di euro!).

Uguaglianza tra i cittadini?

“Avanti con riforma per uguaglianza cittadini”, afferma Tadini.
A proposito di uguaglianza tra cittadini, la sanità è il “termometro” più comune, non tutti hanno bisogno di asili nido, al contrario della necessità di cure mediche adeguate.
Dov’era l’onorevole Tardino il 16 dicembre 2022, allorquando al presidente della Regione Schifani veniva imposto dai “cugini” romani (Lega compresa) di rinunciare alla retrocessione dell’accise (maturate in Sicilia), che la Finanziaria del 2007 – gradualmente – destinava senza mezze misure alla sanità siciliana? Quasi 9 miliardi di euro (2007-2022) che ci avrebbero permesso di abbattere le liste di attesa, di acquistare attrezzature diagnostiche di ultima generazione e quanto altro.

Perchè temere l’Autonomia differenziata?

Il popolo siciliano non dovrebbe temere l’Autonomia differenziata, piuttosto in queste ore – mentre si consuma la discussione a Palazzo Madama tra i teologi medievali – dovrebbe mettersi in modalità “trepidazione”.
Dovrebbe temere, invero, cosa accadrà quando le Istituzioni lombarde, venete e emiliane, si accorgeranno che le tasse maturate in Sicilia non potranno più essere “requisite” a favore delle Regioni ove hanno sede legale le aziende (Banche e Assicurazioni comprese).

Scappare con il super santos

La Tardino, per quanto politicamente di sua competenza, quindi la Lega e (dal via libera al “Calderoli”) gli altri partiti di maggioranza, lo permetteranno oppure chiameranno il “fermo gioco” e si porteranno via (come solito fare)  il Super Santos?