Sanita madonita. Curiosità e coni d’ombra che portano sconforto e demotivazione

L’edificio in cui è allocato l’ospedale “Madonna SS dell’Alto” di Petralia Sottana potrebbe essere definito il “Pirellone” della sanità madonita.
All’interno dell’imponente struttura oltre al presidio ospedaliero sono allocati gli uffici del Distretto Sanitario 35, quindi le due direzioni sanitarie, dell’Ospedale, del Distretto e di alcune Unità Operative che afferiscono a vari Dipartimenti dell’Asp di Palermo.
Ospedale e Distretto di fatto sono due entità differenti che nel caso – virtuoso – di Petralia Sottana, anche con le altre Unità, in comune hanno solo il parcheggio, l’ingresso, le scale e gli ascensori.
Questa promiscuità nel tempo ha generato un po’ di confusione e l’attuazione di protocolli che andrebbero rivisti.

Situazione kafkiana

Il più curioso, tra i tanti, è l’intervento del 118 allertato dal medico in servizio presso la Guardia Medica di Petralia Sottana o dal personale sanitario della Residenza Sanitaria Assistita (che dipende dal Distretto Sanitario, quindi extraospedaliera) in caso di aggravamento delle condizioni di salute di un ospite non autosufficiente.
Accertata la criticità, per la natura della “Residenza” nelle ore in cui non è prevista la presenza del medico in struttura (a Petralia ci starebbe solo per poche ore), il personale sanitario allerta la guardia medica, dopo le ore 20 e nei giorni prefestivi e festivi. Nel pomeriggio direttamente il 118.
La situazione diventa kafkiana quando il medico o gli infermieri devono chiamare la centrale operativa del 118 per il trasferimento del paziente al pronto soccorso.

Le postazioni del 118

Le alte Madonie sono dotate di tre postazioni del 118 (Gangi, Bompietro e la medicalizzata di Petralia Sottana, dotata di medico rianimatore, infermiere e autista), a seguito della chiamata proveniente dalla RSA la centrale dà il via libera a quella “in attesa” più vicina. Quindi, se la postazione di Petralia è già attivata la chiamata viene passata alla postazione di Gangi o Bompietro, e viceversa.

Il giro dell’isolato

Accade che l’ambulanza raggiunge l’ospedale, il personale del 118 si porta al terzo piano, barella il paziente, ritorna in ambulanza, effettua il giro dell’isolato, lo consegna al personale del pronto soccorso per il triage e ritorna alla base.
L’immagine in evidenza da contezza del protocollo utilizzato per gestire l’emergenza, che si ispira alle modalità operative da seguire nel caso in cui la Residenza fosse allocata in un luogo diverso dal “Pirellone”.

Un’altra curiosità

L’altra curiosità è legata all’abbondanza di assistenti sociali in capo al Distretto Sanitario petralese.
Pare che l’assistente sociale in servizio presso il presidio ospedaliero di Petralia Sottana, che ribadiamo dal punto di vista gestionale è diverso dal Distretto Sanitario, sia stata inglobata dal Distretto, non è ben chiaro con quale atto formale sia stato disposto il trasferimento di piano, ma di fatto la Direzione sanitaria dell’ospedale non disporrebbe da tempo di un’assistente sociale nonostante fosse prevista una collaborazione a “partita iva”, retribuita dall’Asp di Palermo.
Quindi, secondo le informazioni che ci ha fornito l’Azienda, il Distretto di Petralia conta 4 assistenti sociali. Una in forza al Centro di Salute Mentale (CSM), una è assegnata ai Consultori familiari, una è all’Unità Operativa sociosanitaria del Distretto.
La quarta, sarebbe “sfuggita” al controllo della Direzione sanitaria del nosocomio, è utilizzata dal Distretto Sanitario, “nell’ottica dell’integrazione ospedale-territorio, alle attività di PUA (Punto Unico di Accesso), RSA e Ospedale”, afferma la Direzione Generale.
Darebbe man forte alla collega titolare, in servizio all’Unità Operativa sociosanitaria, che da tempo si adopera al buon funzionamento dell’Ufficio.

Vieni da noi

Immaginiamo sia andata così, qualcuno di passaggio si sarebbe accorto che l’assistente sociale dell’ospedale non avrebbe avuto un carico di lavoro adeguato e amichevolmente potrebbe avere detto “vieni da noi che ti facciamo fare qualcosa”.
Se non ci fosse stata questa promiscuità sarebbe stato possibile?
Ovviamente non esiteremo a pubblicare gli atti che ci verranno forniti, contenenti le motivazioni delle scelte fatte.

Disattenzione intollerabile

Orbene, da una parte si abbonda di professionalità e dall’altra, sempre a Petralia Sottana in via Roma 39, lontano dal “centro servizi” da parte dell’Azienda si consuma una disattenzione intollerabile.
Si tratta del Centro di Salute Mentale (CSM) e l’intollerabilità risiede nella definizione del servizio riportata sul sito istituzionale dell’ASP. Il CSM “è il centro di primo riferimento per i cittadini con disagio psichico. Coordina nell’ambito territoriale tutti gli interventi di prevenzione, cura, riabilitazione dei cittadini che presentano patologie psichiatriche”.
Ci poniamo una domanda, in merito alla mission del CSM e alle disattenzioni della Direzione generale dell’Azienda. Intanto vi rappresentiamo lo stato dell’arte.

Imprevedibili necessita per appuntamento

Sembra di trovarci in un cono d’ombra. Attualmente il centro è presidiato da un infermiere e come detto da un’assistente sociale.
La psicologa è presente una volta a settimana e riceve previo appuntamento. Lo psichiatra garantisce i servizi due volte al mese, sempre su appuntamento.
Quanto c’è di giusto nel lasciare le famiglie da sole in balia di situazioni a volte inenarrabili e non compatibili con “l’appuntamento”?
La salute mentale  meriterebbe, quindi, l’individuazione di professionisti di stanza, anche chiamati a gettone, come per altri reparti ospedalieri, finalizzati ad assistere quotidianamente le famiglie (spesso disperate) e chi ha una patologia psichiatrica.
Questi pazienti e le rispettive famiglie hanno il diritto di ricevere una dignitosa assistenza quotidiana e non di certo per appuntamento.

La penultima curiosità e la preoccupazione dei sanitari

Di curioso ci sarebbe anche la convenzione tra L’Asp di Palermo e La Fondazione “Giglio” di Cefalù, stipulata in “regime di urgenza” il 29 novembre, per le prestazioni di riabilitazione presso il presidio di Petralia Sottana.
La Fondazione cefaludese per i prossimi tre mesi e in via sperimentale dovrebbe gestire il reparto di riabilitazione. Secondo le prescrizioni imposte dalla Rete Ospedaliera l’Asp avrebbe dovuto potenziare da tempo i posti letto, portandoli da da 6 a 20.
Al momento la Deliberazione n. 1830/23 (convenzione) è rimasta nel limbo e sembra essere servita per rabbonire il presidente Schifani che ha incontrato i sindaci e i Forum per la difesa del presidio di Petralia all’indomani della sottoscrizione del buon proposito.
Pare che il presidente della Fondazione e il Commissario straordinario-Direttore generale-Commissario straordinario non abbiano ancora trovato la quadra definitiva sull’utilizzo del personale in servizio nel reparto di riabilitazione di Petralia.
Il Commissario Daniela Faraoni avrebbe le idee chiare e fa sapere che «per quanto riguarda il personale della riabilitazione sono in corso le valutazioni sulle necessità organizzative del presidio». Dal “Giglio” invece, sulla possibilità di coinvolgere il personale sanitario indigeno, un secco “no comment”.
Infermieri e operatori sanitari rimangono in sospeso, in attesa di conoscere in quale reparto o ospedale verranno utilizzati.
Insomma, si naviga a vista e senza un timoniere.

 

(Precisazione, ore 10:20 – gli infermieri in servizio al CSM sono 2 e non uno come riportato nell’articolo)