Maratona di New York. Daniela Cappadonia, dalle Terre Alte madonite al ponte di Verrazzano

Daniela Cappadonia ce l’ha fatta. È una maratoneta!
Prima di partire ci ha raccontato il suo sogno promettendoci che sarebbe giunta al traguardo allargando le braccia. Così è stato, il 5 novembre scorso ha attraversato il Verrazzano Bridge e poi una full immersion, tra due ali di folla festanti, in alcuni quartieri della Grande Mela.
All’inizio, in verità – come racconta Cappadonia – il quartiere di Williamsburg (abitato dalla comunità di ebrei ortodossi) ci ha accolto nella più totale indifferenza, subito dopo, nel Queen la “musica” è stata diversa. Eppoi, di corsa ai confini del Bronx fino al boato della folla di Manhattan.
La sfida della professoressa di lettere è continuata lungo la First Avenue, sino al “miraggio” di Central Park e l’ingresso trionfale da Columbus Circle dove si è conclusa l’esperienza di tutta la variopinta umanità che ha partecipato alla 53° edizione dell’evento sportivo che quest’anno ha coinvolto oltre 50 mila runners, provenienti da tutto il mondo, di cui 2368 italiani.
La maratoneta madonita ci ha raccontato che ha pianto e che ha avuto un momento di scoramento, l’ha superato schiaffeggiandosi virtualmente.
Il 2024 sarà un anno di corse infinite e di perseveranti allenamenti su una “terra – scrive sul suo profilo social, evocando Vladimir Majakovskij – con cui ha diviso il freddo” e che non potrà “fare a meno di amare”.
L’appuntamento clou dell’anno che verrà sarà ad Atene, l’11 novembre, per correre la 40° edizione della prima maratona dell’era moderna e giungere ancora una volta al traguardo con le braccia aperte, avendo avuto “il coraggio di partire” e di continuare a raccontare la sua battaglia contro il cancro.

L’intervista