Madonie. La “Telemedicina” al servizio dei fragili (?) e il solito coniglio tirato dal cappello

La telemedicina della SNAI sbarcherà sulle Madonie, la sperimentazione è stata annunciata dal presidente della c.d. “unione comuni madonie”, Luigi Iuppa, che ha omesso di evidenziare le modalità con le quali è stato affrontato l’ultimo miglio della procedura, di questo potrebbe occuparsene la Guardia di Finanza.
Il primo cittadino di Geraci Siculo (Pa) ha spiegato che il progetto interesserà 21 Comuni che fanno parte della strategia d’area che, tra molto altro, si prefigge di “Migliorare la continuità con il territorio (Telemedicina – Salvavita anziani – PUA) e supporto dell’ADI”, inserito e finanziato nel contesto della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI).

Progetto d’altri tempi

Un progetto concepito in un’altra era e al termine di un estenuante percorso culminato il 27 gennaio 2017, data in cui le Madonie sono state certificate “resilienti” (ovvero resistenti alla cattiva politica di sviluppo del territorio) nel contesto di un laboratorio che avrebbe dovuto guardare al “futuro”.
Al tempo non hanno immaginato che le epoche e le tecnologie si evolvono rapidamente, tuttavia, come oramai solito fare nell’area di influenza dell’Agenzia di Sviluppo delle Madonie (deus ex machina) l’importante è prevedere delle somme (all’epoca € 251.506,80) e spenderle a prescindere dal risultato ottenuto.

I buoni propositi del progetto

Obiettivo del progetto, che verrà materialmente messo in atto dall’Asp di Palermo, sarebbe quello di assistere a domicilio pazienti fragili e cronici, residenti nei 21 Comuni coinvolti, che fanno capo alla “cosa” (unione comuni madonie).
I propositi, riportati integralmente nella Delibera del Direttore Generale dell’Azienda (n. 494 del 30 settembre 2019), sarebbero meritevoli, in quanto ben descritti.
Il bando di gara per il “sistema di rilevamento multi parametrico di monitoraggio” e la realizzazione del portale web, invece, è riportato nella delibera dell’ASP n° 1778 del 16 novembre 2023.

Basta un tablet

Qualcuno dovrebbe spiegare al gioioso Iuppa che la telemedicina non significa solo acquistare dei tablet e dei device multi parametrici per il tele monitoraggio, e la successiva gestione degli alert che scaturiranno dalla elaborazione dei parametri vitali pertinenti per ciascuna patologia attenzionata.

Affermazioni fantasiose e…

In ogni caso questa telemedicina non colmerà “la mancanza di medici nelle strutture ospedaliere, fornendo un supporto specializzato ed evitando l’ospedalizzazione degli assistiti”, come si è premurato di dichiarare Iuppa.
Nel progetto non si fa cenno delle somme necessarie per la formazione, così come dei costi previsti (“…l’offerta dovrà prevedere le somme per le integrazioni software verso gli altri software aziendali comprensivi degli eventuali costi che gli stessi chiederanno per l’integrazione.”)
Sarebbe assai grave se questa iniziativa si limitasse all’acquisto di 90 tablet (assegnati al personale ADI, ai medici specialisti o ad altre figure a supporto del malato) completi di kit di monitoraggio, al costo di € 171.000,00 e di un sito web di natura informativa con una sezione interattiva per gli operatori ed utenti, pari ad € 24.382,00.

Costi da definire e cooperazione telematica (?)

Ci si chiede ovviamente se i costi di gestione, sia del centro servizi per il tele monitoraggio e sia per la filiera degli operatori coinvolti siano a carico dell’ASP di Palermo o si tratta ancora di effettuare altre gare di appalto per rendere operativo il sistema, ma ciò potrebbe richiedere, in mancanza di risorse, un tempo assai lungo per l’avvio della sperimentazione.
Anche la “cooperazione telematica”, che dovrebbe avvenire tra i “medici di famiglia, l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata), specialisti territoriali ed ospedalieri, medici della continuità assistenziale, operatori dell’emergenza, operatori sanitari…” risulterebbe assai difficile attuare con il semplice acquisto dei tablet e la progettazione di un sistema interattivo (€ 24.382,00).

Assistenza ai fragili  o sperpero di risorse

Il progetto sventolato dal presidente dell’unione al momento sembra solo una buona iniziativa, che non mancheremo di sostenere se indirizzato alla reale assistenza dei destinatari e non allo sperpero di denaro pubblico.
Al momento appare lacunoso e finalizzato solo a impegnare e spendere una cospicua somma di denaro entro il prossimo 31 dicembre, pena la perdita del finanziamento.

L’ultimo miglio della Tele…novella

L’unica cosa certa in questa tele-novella è la cadenza delle date, ovvero l’ultimo miglio della procedura che prefigura la fornitura nella modalità “chiavi in mano”.
Orbene, l’autorizzazione a contrarre è stata deliberata il 16 novembre 2023, il 19 novembre è stata pubblicata all’Albo Pretorio dell’ASP di Palermo.
“Per evitare il rischio di perdere il finanziamento europeo – si legge nella Determina – la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre 2023 risulta necessario ed indifferibile procedere tramite gara (RDO) su Mepa”.
Presumiamo che la data di scadenza per presentare l’offerta a “minor prezzo” sia stata fissata per l’ultima settimana di novembre.
Il 13 dicembre l’ufficio stampa dell’unione divulga la notizia della sperimentazione, in quanto per le “vie brevi” avrebbe avuto comunicati i dettagli dell’aggiudicazione della gara di cui gli atti – mentre scriviamo e pubblichiamo – non risultano  pubblicati all’Albo Pretorio dell’ASP.

“Chiavi in mano”

La ditta aggiudicataria della fornitura sarebbe riuscita in meno di quindici giorni ad avere tutto pronto, “chiavi in mano” (hardware, software e portale web), in quanto tra gli atti di gara ci sarebbe anche da sottoscrivere una dichiarazione di impegno “a consegnare i beni entro e non oltre il 15 dicembre 2023”.
La scena è quella del “coniglio tirato dal cappello”. Ci chiediamo in che periodo il coniglio vi è stato riposto?

Tele “system” e non solo

La spasmodica corsa di fine anno alla spesa “folle” interesserebbe anche i progetti in capo alla ReSMA (Rete Scolastica delle Madonie).
Il denominatore comune di questi investimenti (?) è la So.Svi.Ma. Spa e il suo patron Alessandro Ficile.
Quella della ReSMA è un’altra storia che non mancheremo di raccontarvi.
La verità è che in passato qualcuno si lamentava per l’eccessiva filiera dei controlli. Oggi li rimpiangiamo?