Le Madonie sono al capolinea. La BCC del Paesaggio inizi, con coraggio, a fare carità pelosa

La filiale della BCC Madonie di Castellana Sicula (Pa) ha una nuova sede, sempre in corso Mazzini ma in una posizione più centrale.
“Saremo lieti di ospitarvi in locali moderni e funzionali – si legge sul sito istituzionale dell’Istituto di Credito – dotati di soluzioni tecnologiche pensate per un servizio di qualità e al passo con i tempi, tra le quali un’Area Self con ATM Evoluto tramite il quale è possibile effettuare tutte le operazioni di sportello h 24 – 7 giorni su 7”.

Evviva!

Evviva, ci sarebbe da esclamare, tuttavia – non per guastare la festa, ci mancherebbe – il punto su cui la governance della Banca dovrebbe avviare una serie riflessione non è il servizio di qualità erogato ai clienti e ai soci (la mission della Banca dovrebbe essere ancora il credito cooperativo. Lo è?), non è difficile farlo, in special modo quando non c’è concorrenza.
La BCC Madonie annovera 14 filiali un tutto il paesaggio madonita, di cui due fuori dal perimetro della Città Metropolitana di Palermo, una a Castel di Lucio (Me) e l’altra a Nicosia (En), ereditate dall’ex BCC di Gangi.
Ha chiuso il bilancio d’esercizio 2022 – BCC San Giuseppe/BCC di Gangi – con un utile di € 3.389.652 (€ 1.559.874 -2021), condizione che continua a far gongolare l’ufficio di presidenza del CdA della Banca.

La panna montata

Su questi numeri ci sarebbe da fare un’ulteriore valutazione, di certo “montati” (come la panna?) da una congiuntura internazionale che ha favorito la speculazione, con la conseguenza diretta dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui. Condizione che sta mettendo in difficolta tante famiglie e non solo i clienti e/o i soci dell’Istituto di credito madonita.
A proposito di “panna montata”. La BCC Madonie è incardinata in un paesaggio “epico”, dal punto di vista della progettualità e dello sviluppo.

Racconti epici

Delle Madonie si raccontano storie che mirano a esaltare gli eroi dello sviluppo (?), grandi narrazioni poetiche circolano a Palermo, Roma, finanche a Vicarietto (un borgo del Comune di Castellana Sicula).
Insomma la BCC Madonie farebbe da ente erogatore di finanziamenti alle imprese che operano in questo paesaggio e che si ritrovano sotto l’ala protettiva della c.d. Agenzia di (in)Sviluppo Madonie, sotto l’indisturbato controllo della stessa persona fin dall’Anno Domini 1997.

Scevro da controindicazioni

La stessa persona che la Commissione prefettizia, al governo del Comune di Polizzi Generosa, avrebbe voluto sostituire “opportunamente” con “qualificato soggetto scevro da qualunque controindicazione”. Una promessa fatta – al tempo – al Prefetto di Palermo e che non è riuscita a mantenere, di fatto, per delle rocambolesche motivazioni, nessun rappresentante del Comune partecipò all’assemblea elettiva.

Credito alle imprese

Sarebbe interessante analizzare tutti i bilanci del passato delle BCC di Gangi e Petralia Sottana e gli ultimi della BCC Madonie (a seguito della fusione per incorporazione dei due Istituti), per quantificare la differenza tra raccolta e investimenti nel settore produttivo.
A leggere i numeri dello spopolamento dei Comuni madoniti, soci e finanziatori dell’Agenzia (alias So.Svi.MA Spa), che di fatto tengono in vita il “sistema Madonie” – responsabile del finto sviluppo – le aperture di credito verso le imprese non dovrebbe essere la principale fonte di guadagno della BCC Madonie.

I Comuni “pulcino” si spopolano

Dal 1 gennaio 1992 al 1 gennaio 2021 i Comuni “pulcino” hanno perso oltre 8% di popolazione. Nel periodo più intenso, che ha ispirato gli epici racconti, invece (2002-2019) il 16,40%.
È come se fosse stato inghiottito un Comune come Cefalù, che non fa più parte della So.Svi.Ma. Spa per delle ragioni che farebbero il paio con quelle formalmente espresse dai Commissari prefettizi di cui narriamo.
Le cose non vanno meglio nel frangente 2019-2023 (sempre all’alba del 1° gennaio), le “Mado-svilupp®”, che fanno capo alla c.d. “unione comuni madonie” (esclusi i Comuni di Resuttano, Vallelunga e Villalba, curiosamente cooptati ai confini dell’impero), continuano a perdere pezzi, quindi ad aumentare l’indice di vecchiaia. Sul “grado di invecchiamento” della popolazione madonita andrebbe fatto un ancor più serio ragionamento.

“Sparisce” (quasi) Gangi

Il paesaggio madonita in questo periodo ha perso oltre il 7% di popolazione, cancellato (quasi) un Comune come Gangi.
Non me ne voglia Giuseppe Ferrarello se la narrazione lo declassificherebbe nel suo ruolo di primo cittadino di uno dei Borghi più Belli d’Italia. Anch’egli, da “senatore”, dovrebbe fare un po’ di autocritica.

C’è futuro?

Il quadro non permetterebbe di guardare al futuro con fiducia.
A questo punto dovrebbe entrare in gioco la BCC Madonie e chi scrive lo asserisce da (troppo) tempo.
Ma ci vuole coraggio (?) e una legittima dose di carità pelosa.

#Zuccherofilato

“È l’unica Azienda madonita (la BCC Madonie, n.d.r.) in grado di reclutare un manager di alto profilo che metta a regime ciò che insiste in questo paesaggio, che lo faccia girare per il verso giusto. Che lo sappia proporre a livello globale”, si legge a pagina 188 del libro #Zuccherofilato, Terra can un senti, can un voi capiri”.

Occorre un manager

La BCC Madonie ha la possibilità economica di reclutare un manager a livello internazionale, attraverso un bando europeo, che sia multilingue e in grado di dare una prospettiva alle Madonie e soprattutto a chi non vi è nato per errore.

Il profilo

“Che non sia pelato e se dovesse esserlo (potrebbe accadere) – si legge ancora nel libro – si inserisca nel bando l’obbligo di indossare un parrucchino. Ne abbiamo abbastanza di pelati che pensano al loro presente” e a quello degli accoliti.
Che sia autorevole, visionario e, soprattutto, “scevro da qualunque controindicazione”.

La carità pelosa

Si, un manager del territorio, in grado di mettere sul mercato globale le enormi potenzialità che il paesaggio madonita può esprimere.
La Banca dovrebbe farlo per carità pelosa, ovvero per iniziare a mietere utili provenienti dal reinvestimento in loco della raccolta dei risparmi del popolo madonita e non dalla finanza, quindi dal frenetico “accatta e vinni” che contribuisce l’arricchimento ad altre latitudini.

Non abbiate paura

Questo non significa penalizzare il “sistema madonie”, ma avere il coraggio di prendere atto del fallimento delle politiche di sviluppo praticate in questi anni.
Non significa neanche licenziare i dipendenti e l’amministratore unico (?) dell’Agenzia di Sviluppo, ci mancherebbe, il diritto che hanno acquisito – per grazia ricevuta – potranno mantenerlo ma ricollocandosi sul mercato e senza il cospicuo obolo che i cittadini madoniti versano ogni anno al “dottore”.