L’anno che verrà, di Schifani, Galvagno e dei fratelli maggiori degli italiani

Carissimi presidenti Schifani e Galvagno,
l’anno vecchio volge al termine e qualcosa ancora in Sicilia non va. Ve ne siete accorti?
Da oltre settantasette anni la Sicilia è governata da rappresentanti di partito che non hanno tenuto conto di tre fattori, a nostro avviso fondamentali: Autonomia, Autorevolezza e Ambiente.
Elementi che influiscono sulla quotidianità del governo della Regione Siciliana, quindi sui restanti che per vivere “da queste parti” tirano a sorte.
Ma procediamo con ordine nel ragionamento, nella speranza di non urtare la vostra sensibilità, in quanto conoscitori di ciò che schematicamente esporremo.
Ordunque.

I tre fattori

Autonomia: dal 1946 i siciliani attendono l’attuazione di una Legge costituzionale che si chiama Statuto autonomistico; se ne parla da decenni e volutamente si lascia inapplicata la Legge. Ci chiediamo e vi chiediamo: a chi giova tutto questo?
Autorevolezza: l’autorevolezza è un prerequisito dell’impegno politico e richiede pulizia e competenza. Per poter ritrovare questi due valori i siciliani devono andare molto indietro negli anni, con Pier Santi Mattarella e Rino Nicolosi.
È la condizione essenziale per trattare con Palazzo Chigi.
La domanda che poniamo è la seguente: autorevolezza ne abbiamo? Volendo considerare i rapporti che legano Palazzo dei Normanni con Palazzo Madama, la Sicilia con il Quirinale e la continuità politica tra i Palazzi d’Orleans e Chigi, parrebbe un “allineamento planetario in congiunzione” che osserviamo a occhio nudo, senza trarne legittimi e costituzionali diritti.
Ambiente: la Sicilia a differenza di tutte le altre Regioni italiane racchiude in sé la definizione completa di ciò che si definisce ambiente. La Sicilia è mare, fiumi, laghi, boschi, neve, vulcani ed è il crocevia mondiale dei più importanti traffici.
Ambiente significa anche agricoltura, vivibilità, gestione dei rifiuti e delle acque, strade, prevenzione degli incendi e dei rischi idrogeologici. Gestione intelligente delle previsioni metereologiche, sulla materia basterebbe copiare dalla Regione Toscana.
È anche studio della storia siciliana, la Sicilia da sempre è stata scelta dai popoli del mondo per il suo ambiente.
Tutto questo dovrebbe essere il nostro punto di forza, invece rappresenta il nostro punto debole, il nostro tallone d’Achille.

Basta così

Non possiamo permettere che tutto ciò continui ad accadere.
Non desideriamo che nel 2024 il Natale si ripeta per tre volte o che sia festa tutto il giorno e quant’altro per “potere riderci sopra”.
Il popolo siciliano desidera semplicemente che l’anno che verrà passi all’insegna del rispetto delle Leggi e delle regole che i padri costituenti della Regione Siciliana hanno scritto, anche a costo di mettere una pietra sopra ai contenziosi con lo Stato che per la Regione Siciliana varrebbero decine di miliardi di euro, ricominciando da capo.

Leale collaborazione

Ci sarebbe un altro aspetto, evocato in sede di sottoscrizione degli accordi tra lo Stato e la Regione Siciliana, spesso incostituzionali e nel tempo definiti sotto gli occhi di chi avrebbe dovuto svolgere il ruolo di “Arbitro”.
Si fa sovente un uso improprio della locuzione “leale collaborazione”, auspichiamo che dal 2024 si consumi nei fatti.
Cari onorevoli presidenti, fino all’ultimo accordo (compensazione Irpef) sottoscritto dal presidente Schifani (l’ARS ha contezza dell’affaire Irpef?) lo Stato non ci pare abbia giocato una partita leale nei confronti dei fratelli maggiori siciliani, continuiamo a subire decisioni assunte altrove e ad accettare premi di consolazione.
Da sempre tutto si è consumato a favore dei governi nazionali che si sono succeduti, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Nel futuro vorremmo ricordare, legittimamente, anche altri presidenti della Regione e puntare su “qualità nuove di sviluppo”, come auspicava il presidente Nicolosi.