ROMA (ITALPRESS) – Sono quasi 121mila le aziende italiane che esportano all’estero. Ma ci sono almeno altre 17.000 imprese che potrebbero rapidamente aggiungersi a questa platea se adeguatamente supportate, perché pur possedendo tutti i requisiti per aprirsi ai mercati internazionali da sole non riescono a farlo o lo fanno solo occasionalmente. Un potenziale che potrebbe portare a un aumento stimato tra il 2,6 e il 3% del complessivo fatturato esportato. È quanto emerge dal Rapporto di Unioncamere sulle imprese potenziali esportatrici realizzato dal Centro Studi Tagliacarne Delle 17mila imprese potenziali esportatrici, 5.600 sono aspiranti tali ovvero aziende, soprattutto “micro”, che attualmente non esportano ma hanno tutte le “carte” in regola per farlo; le restanti sono emergenti, esportano cioè solo in via occasionale ma avrebbero le potenzialità per consolidare la loro posizione all’estero. A livello territoriale, è la Lombardia la regione che esprime il maggior numero di imprese potenziali esportatrici, il 25% del totale. Seguono Veneto ed Emilia-Romagna.
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