Asp di Palermo. Faraoni piace alla politica, ci sarà un perché. Per noi rappresenta la qualità sbagliata

Il Direttore Generale dell’ASP di Palermo (indicata dal Governo regionale ma non ancora confermata dalla Commissione Affari Istituzionali dell’ARS) si sarebbe rifiutata di rilasciare copia digitale di alcuni atti che la nostra redazione ha richiesto al suo Ufficio.
Tra il 12 e il 15 gennaio scorso abbiamo inoltrato delle richieste finalizzate ad esercitare il diritto di cronaca e di informazione su alcuni temi che riguardano la sanità e la comunità madonita, allo scopo di alimentare il dibattito pubblico. Cosa che spesso infastidisce il decisore pubblico.

L’Albo Pretorio, un mare magnum

La risposta stringata dell’ASP è stata affidata al dirigente del settore che si occupa dell’informatica aziendale, lo scorso 12 febbraio ci ha trasmesso un link dove trovare la documentazione richiesta, che rimanda al mare magnum dell’Albo Pretorio, “nel rispetto – scrive – della normativa vigente che regola l’accesso ai documenti amministravi”, senza indicare alcun collegamento ipertestuale, così come prevede la Legge a cui fa riferimento il dirigente.

Telemedicina

I primi atti che abbiamo chiesto di consultare riguardano il progetto di telemedicina che l’ASP di Palermo starebbe definendo in collaborazione con la c.d. “unione dei comuni madonie”, a valere dei fondi SNAI-APQ Madonie.
Un’autorizzazione a contrarre, da parte della Direzione generale dell’Azienda, datata 16 novembre 2023, per oltre 251 mila euro che in fase di gara sarebbero diventati 195.400 per la fornitura di 100 “apparecchiatura medica informatica” (tablet dotati di SIM), forniti di modulo ECG e di kit per monitoraggio remoto dei principali parametri clinici del paziente.
Vorremmo raccontare ai lettori, nel dettaglio, da dove si è partiti con il progetto (2015), passando per l’autorizzazione a contrarre (novembre 2023), quindi all’aggiudicazione della fornitura, per 194 mila euro, all’unica (!?) ditta che ha risposto all’avviso pubblicato sul MEPA (Mercato Unico della Pubblica Amministrazione), avvenuto il 4 dicembre 2023.
Una maratona, “per non perdere il finanziamento”, che appare finalizzata solo a spendere risorse per un progetto pensato circa otto anni fa, atteso che, ad oggi, il sistema di telemonitoraggio acquistato non è collegato e/o attivato su una piattaforma di telemedicina.

Sperpero di risorse del PNRR?

L’altra questione che abbiamo posto al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria riguarda il prestito contratto con l’Europa, a valere del PNRR, per realizzare 4 Case di Comunità, un Ospedale di Comunità e un Centro Operativo Territoriale.
Strutture esistenti da ristrutturare e dotare di attrezzature medicali, strumentazione diagnostica e arredi, che insistono nei comuni di Petralia Sottana, Gangi, Alimena e Polizzi Generosa, al servizio di circa 23 mila restanti e magari promessi in dote ad imprenditori della sanità privata.
Oltre dodici milioni di euro per i quali abbiamo chiesto conto attraverso la visione dei computi metrici per le opere edili, quindi del materiale e attrezzature che verrebbero acquistati.
Siamo convinti che i restanti del Distretto 35 di Petralia Sottana hanno diritto di sapere come verranno spese le risorse che nei prossimi decenni dovranno restituire a Bruxelles, in termini di ridimensionamento dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e dell’Assistenza sanitaria. A meno che lo Stato non inizi a stampare moneta!

Pianta organica del “dell’Alto

La tornata di richieste di accesso agli atti si sarebbe conclusa, in questa fase, con la definizione della pianta organica dell’Ospedale “Madonna SS dell’Alto” di Petralia Sottana.
Il Direttore si è sempre difesa dalle accuse di disattenzione verso i bisogni del presidio come un disco rotto: “ho bandito oltre 90 concorsi e a Petralia non vuole venire nessuno”.
È vero, Daniela Faraoni non dice bugie, di certo asserisce una parte della verità. L’altra vorremmo verificarla carte alla mano. Abbiamo chiesto (invano) copia digitale degli oltre 90 bandi di concorso e dei relativi verbali, al fine di verificare quanti di questi sono stati indetti a tempo indeterminato e quanti a tempo determinato.
Abbiamo contezza che il “tempo determinato” non è attrattivo, già non lo sarebbe il presidio per la precarietà delle scelte aziendali e/o politiche fatte fino ad oggi.
A partire dalla inattuazione della Rete Ospedaliera, pubblicata in GURS a febbraio 2019.

Riabilitazione e fisiatri

Come si può chiedere, per esempio, a un giovane cardiologo di prestare servizio al “dell’Alto” senza posti letto di cardiologia, la R.O. ne prevedeva 6, oppure a un ortopedico senza “aprire” i 4 previsti. Ci sarebbe anche il personale sanitario per garantire i 16 posti (inattuati) di lungo degenza…
Il ragionamento non può essere troncato senza passare dalla Riabilitazione per la quale il legislatore ha previsto 20 posti letto.
C’è voluto il furor di popolo – e fors’anche la proposta dell’associazione zfm Sicilia (leggi QUI) – per far “ubriacare” la Faraoni (lo sciopero generale si è tenuto il giorno di San Martino) e convincerla (anche sotto la pressione del presidente Schifani) della necessità di rilanciare il boccheggiante reparto, ancorato a 9 posti letto, avviato nel 2009 con 6 letti da degenza.
Nel 2022 il “codice 56” di Petralia ha accolto solo 29 pazienti e il Servizio Sanitario Regionale ha liquidato all’ASP di Palermo € 238.853.
Sull’Azienda provinciale invece sono gravati i costi di due fisioterapisti, 7 infermieri e 6 OSS, oltre a quelli per un fisiatra che da Villa delle Ginestre di Palermo settimanalmente raggiungeva il “dell’Alto” per asseverare i ricoveri (tasso di occupazione media di 3 pazienti!) e garantire un minimo di assistenza ambulatoriale per gli esterni.
Solo per la cronaca e con lo stesso personale, nel 2021 sono stati riabilitati 26 pazienti, 15 nel 2020 e 24 nel 2019. Uno spreco di risorse umane che si è consumato all’insaputa della dottoressa Faraoni?
A proposito del fisiatra, figura chiave nei reparti di recupero e riabilitazione funzionale (codice 56).
In pianta organica l’ASP ne ha previsti 4, da febbraio 2019 a oggi sono stati banditi concorsi a tempo indeterminato per coprire questi posti?

Estote Parati!

All’indomani della manifestazione madonita di San Martino il presidente Schifani, appurato il pieno fallimento della Direzione Generale dell’ASP di Palermo nel settore della riabilitazione (non è così?), avrebbe chiesto aiuto alla Fondazione “Giglio” di Cefalù, sempre in modalità Estote Parati !
A tempo di record i posti letto diventano 12 con l’impegno formale dell’ASP di portarli a 20 qualora il “Giglio” fosse riuscito a mantenere un tasso di occupazione del 90% per 15 giorni consecutivi.
Giovanni Albano, presidente del “Giglio”, avrebbe scommesso su Petralia, consapevole dello scetticismo della Faraoni. Ovviamente ha vinto la sfida ma – ad oggi – non ha ancora ottenuto l’intero modulo di 20 posti letto che per il “Giglio”, a pieno regime, rappresenterebbe un business di oltre un milione e trecento mila euro l’anno. Nel 2022 la Fondazione, per il suo codice 56 di Cefalù ha fattutaro al SSR € 2.268.501, con 277 pazienti riabilitati.
Sarebbe a rischio anche il rinnovo della convenzione, scade il 29 febbraio, atteso che ad oggi l’ASP non avrebbe mantenuto l’impegno di aumentare i posti letto.

Domande

La domanda che poniamo alla manager e ben retribuita Faraoni è la seguente: perché Albano c’è riuscito e lei no (fin dal primo giorno in cui la politica l’ha imposta a Palermo), con tutte le implicazioni economico-finanziarie del caso?
Siamo in tanti a chiederci le motivazioni per cui Forza Italia non abbia fatto scelte diverse sull’ASP di Palermo, ad ogni buon conto, la prossima settimana la Commissione Affari Istituzionali dell’ARS, chiamata ad esprimere un parere su tutti i 18 manager indicati dal Governo regionale, potrebbe rimediare. Daniela Faraoni, dal nostro punto di vista (non soggetto – ancora –  a censura), è la qualità sbagliata per il governo dell’Azienda sanitaria più grande d’Europa, sarà quella giusta per i politici e dovremmo chiederci il perché.
In verità, lo sarebbe anche per i sindaci madoniti, alcuni dei quali coltivano interessi nella sanità privata e non avrebbero ritenuto opportuno “infastidire” il Direttore, a partire dalla inattuazione della R.O.
Faraoni l’ha dimostrato nella gestione dell’infinitamente piccolo, ma essenziale per il popolo madonita.

Un merito

Tuttavia per onestà intellettuale occorre riconoscerle un merito. Accettare la scelta di una giovane medico alla direzione sanitaria dell’Ospedale.
Francesca Caracci è un ottimo investimento, sta dimostrando di rispettare le fragilità che usufruiscono delle prestazioni del “dell’Alto” e ha una visione chiara sul futuro del nosocomio.
Abbiamo chiesto al Direttore generale di intervistarla per comprendere le ragioni che l’avrebbero indotta ad innamorarsi delle Madonie, al punto di prendere casa a Petralia Sottana.
Ovviamente nonna Daniela ha risposto picche.