“Fly-Eye” di Monte Mufàra. La “mosca” che infastidisce il presidente Schifani – L’intervista

L’osservatorio astronomico di Monte Mufàra si farà, in principio lo ha deciso il SUAP Madonie, alla stregua dell’autorizzare l’apertura di un negozio di vicinato in uno dei Comuni che ricadono sotto la giurisdizione dell’Agenzia di Sviluppo delle Madonie.

Un “minimarket” a 1865 mt slm

Il “minimarket” di oltre 800 metri quadri, con un volume di 4 mila metri cubi, un piazzale di circa 350 metri quadri e una strada dedicata (che attraverserebbe anche una parte della pista da sci!) che collegherà la SP 54 al non “strettamente necessario” mega parcheggio, si realizzerà a 1865 mt slm. Ovviamente in piena zona A di Parco, in cui vige il vincolo assoluto di inedificabilità.
Tuttavia nemmeno la “determinazione di conclusione positiva”, decretata in pompa magna dallo Sportello Unico per le Attività Produttive del patron Ficile, darà il via libera alla realizzazione dell’opera di “interesse strategico”.

Il desiderata dell’Agenzia Spaziale

L’intervento, proposto dall’Agenzia Spaziale Europea, si dovrebbe realizzare grazie all’articolo 9 della Legge 136/2023 (DL Asset) che – in deroga – dall’entrata in vigore della Legge considera di interesse strategico nazionale  “le opere, gli impianti e le infrastrutture strettamente necessari alla realizzazione di osservatori astronomici sul territorio nazionale, nell’ambito di programmi coordinati e finanziati dall’Agenzia Spaziale Europea”.
Quindi secondo lo Stato italiano, “l’approvazione del progetto delle opere”, di cui sopra, “equivale a dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dei lavori”.

La priorità: difendere il Pianeta

Insomma, quando si tratta della difesa del Pianeta Terra (l’osservatorio dovrebbe avvisarci qualche settimana prima dalle minacce di ogni tipo provenienti dallo Spazio), le Regioni sono autorizzate a derogare su tutte le normative in tema di tutela di beni culturali e paesaggistici.
In materia di tutela del paesaggio in capo alla Regione Siciliana rimane la competenza legislativa esclusiva, abbiamo motivo di ritenere che l’Assemblea Regionale Siciliana dovrebbe ratificare la decisone – su misura – del Parlamento italiano, anche dal punto di vista politico sarebbe un passaggio importante e lavarsene le mani risulterebbe miseramente ipocrita.

L’occhio da 20 tonnellate

Fin dal primo istante tutte le associazioni ambientalistiche si sono opposte al desiderata dell’Agenzia Spaziale di impiantare proprio sulla “Mufàra” una struttura in cemento armato ove verrebbe incastonato il famigerato “Occhio di mosca” da 20 tonnellate.
Le associazioni, CAI, GRE, ITALIA NOSTRA, LEGAMBIENTE, LIPU, RANGERS D’ITALIA e WWF , lo scorso 10 novembre hanno invitato e diffidato i rappresentati delle Istituzioni – che concorrono a vario titolo alla realizzazione della infrastruttura – a desistere dal proseguire il percorso (clicca QUI per leggere la nota), allertando anche il Procuratore delle Repubblica di Termini Imerese.

L’intervista a Mario Vaccarella

Della scelta politica della Regione Siciliana di favorire la costruzione del “Fly-Eye” ne abbiamo parlato con Mario Vaccarella, delegato nazionale del Club Alpino Italiano per le aree protette.
Vaccarella e i “suoi” concordano con la realizzazione dell’opera a condizione che la struttura da Monte Mufara venga ripensata sul vicino Monte San Salvatore, già “popolato” da diversi ripetitori di telefonia mobile e in uso alle Forze dell’Ordine.
Sono determinati e continueranno a dare battaglia fino a impugnare gli atti finali, pronti a chiedere al Giudice la dichiarazione di incostituzionalità dell’articolo 9 “infilato” nel Dl Asset.

Droni da guerra

Rimane aperta una questione. Il Pentagono e tutte le organizzazioni militari occidentali avranno accesso, da remoto, all’occhio di mosca? Pare che sia in grado di osservare anche il passaggio dei moderni droni da guerra?