ROMA (ITALPRESS) – Il mercato dei prodotti a base vegetale continua a crescere in Italia. Oggi quasi sei famiglie su dieci acquistano regolarmente alimenti plant based, dai burger vegetali alle bevande a base di soia, avena e mandorla. Un settore che, solo nel 2024 – come riporta un’analisi di Circana elaborata dal Good Food Institute Europe – ha mosso un giro d’affari di oltre 630 milioni di euro, in aumento di quasi il 7% in due anni. A trainare il mercato è soprattutto il cosiddetto latte vegetale, che copre più della metà delle vendite, ma cresce rapidamente anche il comparto dei sostituti della carne, con un balzo del 30% rispetto al 2022. Scelte che rispecchiano una maggiore attenzione degli italiani verso ambiente, salute e sostenibilità, in linea con gli obiettivi della transizione ecologica. Secondo un’indagine del CREA, infatti, il 51% degli italiani ha ridotto il consumo di carne per motivi ambientali e l’11% non la consuma affatto. Intanto, dall’Europa arriva una decisione che fa discutere: il Parlamento europeo ha approvato un emendamento che vieterà l’uso di nomi come “burger”, “hamburger” o “polpette” per i prodotti vegetali. Una norma che entrerà in vigore dal 2028 e che, secondo molti osservatori, rischia di penalizzare un comparto in pieno sviluppo, proprio mentre cresce la domanda di alternative alle proteine animali. Un mercato in evoluzione, dunque, che racconta un cambiamento culturale profondo: quello di consumatori sempre più consapevoli, pronti a scegliere.
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