Trovati pesticidi nella polvere domestica


ROMA (ITALPRESS) – La polvere delle case europee contiene tracce di circa 200 pesticidi.
È quanto rilevato da uno studio guidato dalla Wageningen University & Research e pubblicato su Environment International. La ricerca effettuata nel 2021 si è concentrata su 10 Paesi: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Danimarca, Slovenia e Croazia. Gli scienziati hanno esaminato la polvere domestica raccogliendo 625 campioni ambientali, rilevando in totale 197 pesticidi. La quantità di sostanze chimiche in ogni casa variava tra 25 e 121 e le abitazioni con i livelli più elevati erano quelle degli agricoltori. Sul totale dei pesticidi presenti nella polvere, oltre il 40% è stato associato – in altri studi – a effetti altamente tossici per gli esseri umani, tra i quali cancro e squilibri ormonali. Per i ricercatori anche se le concentrazioni dei singoli agenti chimici nella polvere sono ridotte, la miscela di decine di sostanze può avere un impatto sulla salute, oltre ad aumentare l’esposizione ai pesticidi già presenti in quantità più elevate su frutta, verdura e fiori. In base a quanto emerso, gli autori dello studio sostengono che le autorità di regolamentazione dovrebbero valutare non solo i rischi del singolo pesticida ma anche quelli legati all’interazione con altre sostanze chimiche. Gli scienziati hanno scoperto, inoltre, che anche il DDT, vietato in alcuni Paesi nel 1972, era presente nella polvere esaminata. Ma quali sono i principali veicoli di contaminazione?
Secondo la ricerca, le principali fonti attraverso cui i pesticidi arrivano nelle abitazioni sono le scarpe, che portano in casa la sporcizia dall’esterno e gli animali domestici. Un altro potenziale rischio è rappresentato dai pesticidi che acquistiamo, come i trattamenti per pulci e zecche per cani e gatti. Secondo gli autori dello studio, chi autorizza l’uso di questi prodotti dovrebbe considerare la loro persistenza ambientale, come nel caso dei PFAS. Queste sostanze chimiche, infatti, anche se fossero vietate ora, probabilmente resterebbero nell’ambiente per anni. I cosiddetti “inquinanti eterni” sono utilizzati nei processi industriali e in molti prodotti di consumo come imballaggi, indumenti impermeabili e prodotti per la pulizia. Numerose ricerche hanno associato l’esposizione ai PFAS a danni sulla salute come alcune forme di cancro femminile, tumori a testicoli e reni, danni alla fertilità e possono favorire alti livelli di colesterolo.
abr/gtr/col